Dizionario del Riuso #1

Alcune delle definizioni di base, per gli obiettivi che SpazioRiuso.it si propone, sono contenuti nella normativa europea (DIRETTIVA 2008/98 CE).
Qui, comunque, cerchiamo di proporvi un minuscolo dizionario delle parole chiave e dei temi che più spesso ritroverete in SpazioRiuso.it.

SCARTI / RIFIUTI
Il rifiuto è una sostanza o un oggetto di cui il proprietario non ha più bisogno e decide, per scelta o per obbligo, di disfarsene.

Un rifiuto è la buccia della mela, il pacchetto dei fazzoletti dopo che li hai usati tutti, la bottiglia di cola vuota ma anche il quaderno di scuola dello scorso anno con delle pagine ancora non usate, il maglione infeltrito o il computer portatile che non si accende più. Sono scarti della nostra vita quotidiana, cose che ogni giorno decidiamo che non ci servono più.

“L’inquinamento si produce quando il ciclo di sostanze nutrienti viene disturbato: quando vengono introdotti prodotti di rifiuto che per tipo, o per tasso di produzione, non possono essere usati dagli organismi presenti. La maggior parte delle creature produce residui che possono essere tossici per loro stesse o anche per altri, e così possono turbare il ciclo degli scarti. L’uomo è unico perché produce sostanze tossiche per tutti gli esseri viventi, incluso se stesso. Inoltre ci distinguiamo per la quantità di materiale di scarto che vomitiamo, e per la sua novità.
K. Lynch. “Deperire. Rifiuti e spreco”

RIDUZIONE / PREVENZIONE
Per prevenzione/riduzione si intende produrre meno scarti. Significa agire prima che il prodotto o il materiale diventi inutile o che il processo che li genera produca ulteriori rifiuti.
Un esempio sono i sacchetti del supermercato (per ridurre il loro consumo infatti oggi li paghiamo alla cassa!) o le scatole dei cereali (che oggi possiamo comprare sfusi!); riduci la produzione di scarti anche quando usi l’acqua del rubinetto invece che quella nelle bottiglie di plastica o quando rammendi un calzino invece che buttarne via un paio.

RIUSO
Il riuso è qualunque operazione per cui, materiali, oggetti o loro parti, sono impiegati –di nuovo- con lo stesso scopo originario. Come le cullette antiche che i membri di una famiglia si passano di generazione in generazione o la montatura degli occhiali a cui cambi solo le lenti o, ancora, una pila di carta stampata di cui usi il retro bianco per scarabocchiare mentre sei al telefono.
Possono essere riutilizzati anche oggetti che per qualcuno sono rifiuti: le scatole di cartone che i supermercati buttano via sono utilissime per chi sta traslocando o la batteria di un cellulare che si è rotto può essere usata da qualcun altro che ha lo stesso modello.

RICICLO / RECUPERO MATERIALI
Riciclare significa recuperare materiali e oggetti e trattali per utilizzarli con scopi differenti da quelli per cui sono nati. La differenza dal riuso, quindi, sta nel passaggio intermedio che subiscono gli oggetti: si parla di riciclo quando, in qualche maniera, trasformiamo materiali ed oggetti in qualcosa di diverso.
Ricicliamo quando ricopriamo il fondo della gabbia del pappagallino con i vecchi giornali, o quando usiamo i cartoni delle uova per piantare i semini di una pianta.

Queste tre parole sono, quindi, tre differenti modi in cui possiamo diminuire l’inquinamento prodotto dai nostri rifiuti, ognuno di essi però ha bisogno di quantità di energia differenti:

ES.1
per spostare il bottone di una giacca, perché abbiamo messo su un po’ di pancia e ci sta stretta, abbiamo bisogno solo di un paio di forbici, del filo e di un ago; farla usare a qualcun altro significa, almeno, che questo qualcuno dovrà venirla a prendere o dovremmo portargliela noi, consumando benzina (sempre che non usiamo una bici!) e noi poi dovremmo comprare una giacca nuova; riciclarla vorrebbe dire trasformare, ad esempio, il tessuto della giacca in qualcos’altro, il che implica, spesso,processi industriali complicati.

ES.2
se, a tavola, usiamo l’acqua del rubinetto e una brocca di vetro non produrremo rifiuti; se, invece, compriamo una bottiglia di acqua in plastica ma poi la riutilizziamo, ad esempio con l’acqua del rubinetto per annaffiare le piante, avremo evitato che la bottiglia diventi, immediatamente, un rifiuto; infine, se decidiamo di riciclare la plastica, perché essa diventi, dopo un processo industriale, una bottiglia nuova avremo meno rifiuti ma durante il percorso che fa la plastica per essere trasformata verranno utilizzate acqua, energia e sostanze chimiche.

 

È per questo che si parla di una ”GERARCHIA DI RIFIUTI” e l’opzione che richiede meno spreco di energie e risorse è sempre quella preferibile!

 

Questi sono dunque i punti di partenza, la base di una nuova sostenibilità che Spazio Riuso vuole contribuire a diffondere. Col tempo speriamo di  costruire un nostro singolare linguaggio che racconti le infinite sfaccettature di questa pratica antica che è il riuso. Ogni contributo è ben accetto!

 

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