Il primo punto da chiarire, in materia di riuso e prevenzione dei rifiuti, è che, secondo la normativa, riusare significa NON PRODURRE RIFIUTI. Il riuso, cioè, agisce nella fase precedente al momento in cui qualcosa diventa, secondo la legge, un rifiuto.
Rifiuto è, secondo la direttiva 2008/98/CE, qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi. Nel momento in cui un oggetto viene buttato nella pattumiera e diventa un rifiuto, anche se è ancora utilizzabile, esso rientra in un processo complesso per il trattamento dei rifiuti normato da altre leggi e regolamenti.
Non tutto ciò che rifiutiamo però necessariamente deve terminare il ciclo di vita. Molti oggetti infatti sono ancora riutilizzabili e conservano un valore.
Ad esempio i mercatini dell’usato sono strutture che possono intercettare tutto ciò che non viene usato, ma che conserva ancora un valore e può essere ri-utilizzato e ri-commerciato.
Sono luoghi in cui viene fatta esposizione di oggetti di seconda mano che possono essere venduti e comprati; non rifiuti ma beni: oggetti in ottimo stato che sono ancora utilizzabili, intercettati prima di essere buttati via.
Il riutilizzo è attualmente regolamentato dalla direttiva 2008/98/CE, che “stabilisce il quadro normativo per il trattamento dei rifiuti nella Comunità.
La direttiva definisce alcuni concetti basilari, come le nozioni di rifiuto, recupero e smaltimento, e stabilisce gli obblighi essenziali per la gestione dei rifiuti”. cui ha fatto seguito, in Italia, il PROGRAMMA NAZIONALE di PREVENZIONE DEI RIFIUTI, adottato il 7 ottobre 2013 con decreto ministeriale.
La normativa europea del 2008 ordina, in una scala di efficienza e valore, le pratiche possibili per diminuire la produzione di rifiuti.
Ri-usare un oggetto prima che abbia terminato il suo ciclo di vita è prevenzione dei rifiuti e si colloca al vertice della piramide, come la pratica più efficiente.
In proposito, però, restano ancora dei vuoti legislativi.
La richiesta degli operatori dell’usato è, attualmente, legata al riconoscimento come figure professionali autonome e rilevanti che forniscono un servizio ai cittadini nell’ambito della prevenzione dei rifiuti.
Per tracciare un modello di crescita economica intelligente legata ai principi di sostenibilità ambientale e efficienza nell’uso delle risorse è necessario adeguare la normativa italiana alle direttive europee. In attesa di ciò gli Operatori dell’usato si sono incontrati a Roma il 23 Marzo 2015 durante la manifestazione UsatoCamp, per focalizzare l’attenzione dei media e del mondo politico sulla necessità urgente di normare il settore dell’usato in conto terzi con regole chiare ed equilibrate.
Abbiamo cercato di darvi alcune brevi indicazioni sulle questioni legate alla normativa; per ulteriori approfondimenti comunque, vi invitiamo a leggere, oltre ai testi di legge citati, il RAPPORTO NAZIONALE SUL RIUTILIZZO 2014 e gli altri documenti a cura di Rete ONU.