Il ventilatore della nonna Isa

Mia nonna Isa era un tipo tosto, carattere forte, aveva attraversato gli anni della seconda guerra mondiale con stoico senso del sacrificio e della lotta; da sola con tre figlie da accudire mentre mio nonno era prigioniero in Libia.

Mia nonna Isa era molto severa con noi nipoti, un po’ mi faceva paura e quando andavamo a trovarla, lei viveva a Mestre mentre io sono ‘campagnola’, restavo sempre colpita dagli odori della sua casa e dagli oggetti che conteneva. Odori diversi da quelli ai quali ero abituata, odore di naftalina, smog, un mix di cucina e appretto; ricordo le chincaglierie in vetro che si era portata da Venezia, l’acqua con l’idrolitina per renderla frizzante e togliere il sapore del cloro, i formaggini tigre, lo strano colore delle piastrelle del suo bagno e il profumo del sapone che usavano lei e il nonno.

Io che ora sono vegetariana da più di un anno, non ho mai amato la carne fin da piccola, con lei ero costretta a mangiarne e guai a lasciare anche solo un pezzetto sul piatto; dopo il pasto riposino forzato e guai a fare un qualsiasi piccolo rumore, lei e il nonno avevano il sonno leggero…ma io ne combinavo di tutti i colori, nonostante la soggezione che mi metteva, ero comunque una piccola teppa.

Mi rendo conto che non la sto dipingendo come la classica nonna che vizia i nipoti, ma con il tempo, crescendo ho imparato a capire il perché e apprezzarla, questo anche con l’aiuto di mia madre che l’adorava nonostante la sua severità e la durezza con la quale l’aveva cresciuta.

Questo era il ventilatore di mia nonna Isa, anni ’60, ha cambiato tre case, due a Venezia per poi finire a Mestre, in Cipressina. E’ un ricordo che mia madre conserva gelosamente e funziona ancora!

E’ molto potente ha due velocità e tre piccole ventose sotto la piantana che servono ad attaccarlo da qualsiasi parte, cocciuto e tenace come la nonna…ma ho il sospetto che consumi come una centrale elettrica…

Michela

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