Social Museum

Il temperamine

Questo curioso oggetto occupa da sempre un posto fisso sul mio tavolo. Osserva tutto ciò che viene disegnato ed è sempre pronto a farsi utile. E’ molto preciso, ma bisogna avere una certa accortezza nel l’usarlo: un giro troppo veloce e lui, senza farsi scrupoli, spezza la mina. Il temperamine richiede attenzione e concentrazione e …

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Lo schiaccianoci

Le noci mi ricordano i giorni di festa e la tavola attorno alla quale ci riunivamo tutti insieme. Mangiare noci e noccioline era un rito. I grandi si passavano a turno lo sciaccianoci e in casa risuonava l’eco dello: “scratck …mmmmmmm…che buona”. Tutto perfetto, tranne per i piccoli che quell’arnese di ferro pesante e minaccioso …

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Swatch… revolucion

Un orologio Swatch in edizione limitata è un bell’oggetto di per sè. E’ un oggetto da collezione, per chi ama il collezionismo. C’è chi invece non sopporta le collezioni e non sopporta di sottrarre vita agli oggetti.  E’ così che il Che Guevara Revolucion, acquistato in un mercatino dell’usato di Firenze, è tornato a ticchettare al polso di …

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Sedia Mondrian

Mia mamma sostiene che mia nonna sia una collezionista, o meglio ancora, una raccoglitrice, perché non c’è necessariamente un metodo nel suo collezionare, lei semplicemente non butta via mai nulla e se trova qualcosa che le piace o che ritiene possa essere utile lo mette da parte. L’anno scorso mentre la stavo aiutando a mettere …

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Mobile delle poste

Tra gli anni ’70 e gli anni ’90 gli uffici sotto casa della nonna erano stati affittati alle poste. Questo mobile veniva usato per ordinare e dividere la posta. Negli anni ’90 gli uffici hanno traslocato lasciandosi dietro tante immondizie ma anche tante cose riutilizzabili, tra queste c’era questo scaffale che con un po’ d’olio …

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Parole e animali

1974 – regalato a Elena. 1979 – passato a Andrea. 1989 – passato a Giovanna. 2002 – passato a Daniele. 2005 – passato a Luca. 2015 – in attesa di essere letto da un altro bambino in futuro.

Terence Trent D’Arby‏

Avevo dodici anni e andavo in seconda media. Lei si chiamava Barbara ed era bellissima. Caschetto nero, nasino alla francese, occhioni da cerbiatto. Il giorno in cui mi invitò al suo compleanno ero il ragazzino più felice del mondo. Fantasticai per giorni su quell’evento grandioso, immaginandomi sguardi intensi, ammiccamenti e infine confessioni amorose. Ma poi, …

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